Lunedì 22 febbraio le classi seconde del Classico incontrano in presenza le rappresentanti dell’associazione Agedo
AGEDO è un gruppo di genitori, parenti, e amici
di persone che appartengono alla comunità LGBTQ+, e che ha la finalità di
aiutare le persone omosessuali a ritrovarsi in una società che rispetti la loro
natura parlando con le loro famiglie e i loro amici, per far sì che questi li comprendano
e di conseguenza non possano nutrire sentimenti negativi nei loro confronti.
Presentare questa associazione nelle scuole è
molto importante affinché i giovani conoscano a grandi linee il mondo LGBTQ+, e
si possa costruire una società in cui tutti si sentano bene con sé stessi e liberi
di amare.
Oriella, Chiara e Vittoria, che rappresentano magnificamente
l’associazione, hanno aperto la conferenza con un video molto toccante di
persone omosessuali che finalmente si sentono libere di affermare la propria
sessualità. Il coming out è definito come “liberazione”, tuttavia è
impressionante come in Italia e in Europa le risposte delle famiglie ai coming
out dei figli siano ancora molto negative. Vittoria ci mostra dati
terrorizzanti: l’Italia è uno dei paesi più omofobi dell’Europa occidentale, e la
maggioranza dei ragazzi non sono supportati ed accettati dalle loro famiglie in
seguito al coming out.
Perché questo accade? Soprattutto perché le
generazioni dei nostri genitori, e dei nostri nonni soprattutto, sono cresciute
ignorando completamente l’omosessualità, ed etichettandola come un mondo
nascosto, nell’ombra poiché “sbagliato”. Ecco perché è importante l’incontro con
AGEDO: perché la chiave del rispetto è la comprensione.
E’ significativo l’esempio di Oriella, che in
classe ci ha spiegato con fierezza e orgoglio che suo figlio è gay. Oriella è
un esempio di crescita personale, in quanto al coming out di suo figlio
-racconta lei stessa- si sentiva spaventata e disorientata, non comprendeva,
non accettava, ed ora invece è una persona diversa e migliore. La fondazione
AGEDO che ora lei rappresenta così bene, l’ha aiutata a capire che suo figlio è
perfettamente normale, e che era giusto sostenerlo.
Durante la conferenza Chiara ha esposto che alla
comunità LGBTQ+ appartengono persone con vari orientamenti sessuali e di genere.
Prima di tutto è importante distinguere tra identità di genere e omosessualità.
L’identità di genere non è da confondere con l’identità sessuale e rappresenta
il genere che una persona si sente di avere nel suo intimo. Di solito le
persone “gender non conforming” si allontanano da forme di espressione
di genere tradizionalmente intese in una data cultura e mettono in atto strategie
per rendere il proprio aspetto esteriore il più simile possibile all’immagine
interiorizzata che hanno di sé, il che non necessariamente si traduce in una
transizione. Le persone transessuali o gender non conforming sono
stranamente meno vessate in Italia degli omosessuali, tuttavia vanno incontro a
diverse discriminazioni, relative al loro ruolo di genere o alla loro identità
di genere.
Per quanto riguarda gli omosessuali, invece, è
importante sapere che esistono diversi orientamenti, oltre i più conosciuti. L’omosessualità
non dipende in alcun modo da cattiva educazione, o da fattori genetici, non è
una malattia o una perversione sessuale, non è una scelta e non è contro la
natura e contro la morale.
E allora, se l’identità di genere riguarda il
rapporto che una persona ha con se stessa e l’omosessualità non ha nulla di
innaturale, perché in Italia divampano ancora l’omofobia, la transfobia, e
l’intolleranza?
Perché molti sono ancora bloccati dagli stereotipi o da una mentalità chiusa; per un nuovo mondo migliore e più tollerante è necessario che tutte queste barriere siano abbattute, cosicché ognuno possa raggiungere la versione migliore e più felice di se stesso.
A curia di Giorgia Ferraro, II A
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