martedì 26 maggio 2020

Fattore J

Fattore J, promosso da Fondazione Mondo Digitale con Janssen Italia, è il primo curricolo per la scuola italiana per educare i giovani a sviluppare intelligenza emotiva, rispetto ed empatia verso le persone che vivono una situazione di grave disagio o sono affette da malattie. Un’importante operazione sociale per stimolare il cambiamento culturale e di mentalità a partire dalle nuove generazioni. La classe 3C del Liceo Classico ha finora partecipato a tre webinar che hanno sostituito nell’emergenza gli incontri in presenza, ma che con la forza degli interventi proposti da Cecilia Stajano, Coordinatrice Innovazione nella Scuola, sono ugualmente riusciti a coinvolgere i ragazzi in questo finire d’anno così carico di unicità. Questa la testimonianza di una studentessa, Camilla.


L’intelligenza emotiva. Dirigersi verso gli altri e noi stessi comprendendo le emozioni che proviamo quotidianamente. Questo era il nucleo principale dei tre Webinar a cui, finora, la mia classe e io abbiamo partecipato. Abbiamo ritrovato, dunque, un elemento formativo del nostro percorso di crescita personale e sociale, riscoprendo quanta importanza abbiano le emozioni che spesso preferiamo semplicemente ignorare. Il riuscire a gestire emozioni ci permette di vivere in maggiore serenità ed empatia con l’ambiente che ci circonda. L’empatia è un altro concetto molto importante a cui spesso gli specialisti si sono riferiti: la capacità di porsi al posto di un’altra persona. Per noi giovani è difficile avvicinarsi a una spiegazione riguardo queste emozioni e sensazioni che permettono non solo il raggiungimento di un equilibrio interiore, ma anche una buona rendita in ambito lavorativo e sociale. L’intelligenza emotiva costituisce la solida base di un buon team work, per esempio: così tanto diffuso nel ventunesimo secolo costituisce un requisito fondamentale della maggior parte dei lavoratori. Comprendere e accogliere le emozioni proprie e altrui è molto complesso e molti fattori influiscono nel nostro atteggiamento nei loro confronti: il background famigliare e culturale, il sentirsi soli in quelle sensazioni, considerarle socialmente inaccettabili, il voler dimostrare di non essere deboli e il voler definirsi come invulnerabili. Siamo esseri umani, non macchine.  Le emozioni, nelle loro mille sfaccettature, ci rendono unici e ci permettono di vivere la vita nei suoi molteplici aspetti. Ho riscontrato come uno dei momenti più commoventi delle tre conferenze a cui abbiamo assistito l’intervento di Leonardo Radicchi, voce e fondatore dell’associazione per ipertensione polmonare. Sono rimasta con gli occhi fissi (e talvolta anche un po’ lucidi) sullo schermo, tanto per la storia in sé, quanto per il modo di riuscire a parlare di se stessi così limpidamente. Io non ne avrei mai avuto il coraggio, forse perché non credo di aver raggiunto la consapevolezza delle mie emozioni, le quali spesso non so nemmeno definire. Il Fattore J, dunque, mi ha proposto innumerevoli spunti di riflessione, insieme a concetti e aspetti della mente umana che prima non avevo considerato. Mi ha addirittura spronato un po’ di più a seguire una delle vie di studio che intendo seguire all’università, psicologia, anche se l’indecisione è ancora molta. Non appena la nostra professoressa di scienze, Antonietta Galanzino, ci ha proposto questo progetto, ho provato interesse e ammirazione per lavoratori che, in questo momento difficile sia dal punto di vista sanitario, ma anche emotivo, ci vogliono fornire sostegno. Io mi sono sentita compresa nel notare come qualcuno, finalmente, abbia parlato di un aspetto della vita di tutti che purtroppo ora non si ha il tempo di affrontare nella sua complessità.

Il Fattore J ha avuto un ruolo importante nella quarantena che ho vissuto per più di due mesi e che in parte continuo a vivere: nella frenesia di tutti gli impegni scolastici e nell’iniziale sconforto che ho provato per questa situazione, ho trovato nell’alternarsi delle voci di specialisti in campo psicologico e medico, un modo per soffermarsi a pensare a cosa si provi in questo preciso istante, attività che inoltre ci hanno proposto in due degli incontri. Ora è forse più semplice: siamo soggetti a una minore influenza che esercita su di noi il giudizio altrui, ma quando tutto tornerà a una “nuova normalità” dovremo ricordarci di questa esperienza che abbiamo vissuto e trarne insegnamento.

Camilla Camusso cl. IIIC,

 Liceo Classico Vittorio Alfieri di Asti.


mercoledì 20 maggio 2020

UNISTEM DAY - 29 maggio 2020

Il giorno 29/5/2020, alcuni allievi delle classi 4A,4C,5A,5C del Liceo Classico, coordinati dalla Prof..ssa Rubano, parteciperanno all'Unistem Day, giornata organizzata da UNITO- NICO (Neuroscienze Institut Cavalieri Ottolenghi) AGORA' scienza. 

Unistem Day è un appuntamento annuale che permette ai ragazzi di intraprendere un affascinante viaggio nella ricerca sulle cellule staminali. Ricercatori di tutta Europa partecipano all'Unistem Day. Si tratta di un'occasione di apprendimento , scoperta e confronto nell'ambito della ricerca, nonchè di confronto di esperienze collegate alle aspettative culturali legate alla ricerca, all'essere scienziato giorno dopo giorno e ai meccanismi di formazione e consolidamento della conoscenza.. 

per non rinunciare al più grande evento di divulgazione scientifica a livello europeo, UNITO ha organizzato un incontro virtuale cui potranno partecipare 1000 studenti, tra i quali alcuni allievi del nostro Liceo Classico.


a cura di Raffaella Rubano

lunedì 4 maggio 2020

I sonetti di Foscolo

Lettura collettiva di tre sonetti di Foscolo a cura della IV A del Liceo Classico Alfieri, con lo scopo di ricostituire la classe separata, almeno virtualmente.

Attività didattica coordinata dalla prof.ssa Rossana Levati

Foscolo - "Alla sera" 


Foscolo - "In morte del fratello Giovanni"


Foscolo - "A Zacinto"

sabato 2 maggio 2020

Il contesto geopolitico ai tempi del coronavirus

Buongiorno ragazzi!

Lo scorso 30 aprile, noi, allievi dell’ultimo anno, abbiamo avuto l’opportunità di assistere a una conferenza telematica di Geopolitica, tenuta dal prof. Manlio Graziano, durante la quale è stato in primo luogo discusso il ruolo attuale della geopolitica, focalizzandosi sulla centralità che essa possegga nel conferire un punto di orientamento per l’analisi delle tendenze nell’arco di un lungo periodo di tempo.
30 aprile 2020 - Classi 5A - 5B - 5C
Di qui è possibile ottenere una serie di risposte e dati, che aiutano a districare la quantità di sollecitazioni attuali, le une differenti dalle altre. L’elemento che emerge non proviene dalla lotta politica ed economica, ma è estraneo e casuale, è un oggetto biologico che scombussola i sistemi mondiali i quali, usando le parole di Richard Haass dall’articolo comparso sul Foreign Affairs, ‘verranno accelerati e si ritroveranno con condizioni più aggravate’. La lezione ha avuto come base un articolo del prof. Graziano, in cui sono stati presi in esame tre ordini di problemi legati fra loro, e che riguardano le nostre comunità: economico, sociale e politico.

Dal punto di vista economico le pessime notizie, com’è ben noto, si accumulano, è uscito due giorni fa il dato ufficiale della crescita economica francese, o meglio decrescita, che mostra un crollo del PIL del 5.8%, destinato ad aumentare vertiginosamente dovendo prolungarsi ulteriormente il periodo di disagio e di blocco. Il disastro economico è confermato, una delle conseguenze possibili è che il 60% della popolazione mondiale perda il lavoro.
Prof. Manlio Graziano
Tuttavia, i pronostici si riferiscono alla stragrande maggioranza degli avventizi che svolgono un lavoro informale, dunque la quasi certa probabilità con cui perdono il lavoro, può prospettare un’assunzione altrettanto veloce. Inoltre, la crisi riguarda anche le leggi del mercato di domanda e offerta. La reazione dei governi è stata celere, attraverso un intervento di iniezione di denaro pubblico all’interno delle ‘falle sociali’. Il denaro pubblico, già terminato prima delle crisi, non trova spiegazione di come venga ottenuto (da considerarsi è anche la monetizzazione del debito, che cresce con un andamento direttamente proporzionale, raddoppiando). 

Di qui si è passato ad esaminare il problema di ordine sociale: al momento è presente una decrescita, sintomo di una correlata crisi di consumo, la produzione è bloccata, le industrie chiudono, la gente è licenziata, e il rischio è di ricadere nella spirale della Grande Depressione degli anni ‘30. Dunque, il ‘cerotto’ che si cerca è quello di non creare il blocco della domanda, ritornando così ai meccanismi di crescita iniziali, vale a dire la necessità di fondi per tappare le ‘falle sociali’. Testimonianza ne è il Libano, in cui, due mesi fa è stato dichiarato un debito del 180%, e la conseguente bancarotta. Il debito è stato annullato unilateralmente, tutto ciò che era posseduto ‘in cassa’ non vale più nulla, le banche – prese di mira- hanno bloccato il ritiro dei depositi, la gente si rivolta.
Prof. Manlio Graziano
Quello che è stato definito è che i libanesi ‘debbano abituarsi’ a vivere più poveri, creando inevitabilmente malcontenti sociali e riflessi politici. La capacità di reazione politica è minima, ogni stato (eccezion fatta per la Svezia) ha reagito tentando di limitare la diffusione del contagio, bloccando tutto. La situazione all’interno dell’UE, non conferisce un aspetto tanto più raggiante, sia Italia che Francia stanno con ogni sforzo tentando di far passare la discussa ‘solidarietà Europea’, secondo cui i debiti dovrebbero essere risanati con un sostanzioso aiuto dell’UE, ma sia i tedeschi che, ancor di più, gli olandesi si oppongono. Tuttavia la federalizzazione del debito, potrebbe essere accettata con un ‘compromesso di budget’, che limiterebbe però la quantità di fondi riservati a uno stato in un prossimo futuro. In conclusione, con le parole dell’articolo del professore ‘«La crisi ci dice due cose», afferma l’ex-direttore del WTO Pascal Lamy: «siamo in un mondo globalizzato, interdipendente e, di fronte a una minaccia, gli Stati si ripiegano su di sé». Una contraddizione che non nasce da questa crisi, però: per Richard Haass, anzi, è proprio «il preesistente divario tra le sfide globali e la capacità di affrontarli che aiuta a spiegare la portata della pandemia». Ma siccome tutte le tendenze in corso -crescenti rivalità tra le potenze, instabilità politica generalizzata, impennata dei flussi migratori e nazionalismo rampante – ne saranno esacerbate, è poco plausibile che, nel mondo che ci aspetta, quella contraddizione possa essere risolta.’

Atenas Fusco, classe V A