domenica 16 maggio 2021

Conferenza con la dott.ssa Alfieri

 

Essere adolescenti oggi… le II del Classico incontrano la dott.ssa Alfieri


L’incontro è iniziato con la dottoressa che si è presentata agli studenti, spiegando loro la sua professione ed anche cos’è il consultorio, il luogo in cui lavora; infatti diversi ragazzi non ne avevano mai sentito parlare prima. Quindi ha dimostrato che esso è un’istituzione gratuita, che aiuta l’individuo sotto diversi aspetti: può infatti fornire un consulto a coppie, adulte o giovani che siano, dal punto di vista del loro rapporto e non, può poi aiutare i ragazzi nell’ambito sessuale, può affiancare i giovani durante l’adolescenza, può fornire aiuto durante la gravidanza di una donna oltre a moltissime altre mansioni.

Successivamente, tra la curiosità generale dei ragazzi, ognuno ha partecipato ad un brain storming anonimo sul tema dell’adolescenza, fulcro della lezione svolta. Dopodiché la dottoressa ha fatto scrivere a ciascun allievo una domanda, anch’essa anonima, alla quale poi lei avrebbe risposto, così da chiarire i dubbi dei ragazzi su questi temi senza suscitare in loro imbarazzo.

La restituzione del brain storming è stata molto interessante: tutti i ragazzi hanno infatti notato che i sentimenti e le idee che associano all’adolescenza sono in fondo uguali per tutti: quella che prima era una classe costituita da diverse personalità, si è rivelata un tutt’uno di idee e pensieri comuni: un unico cervello pensante.

Nella parte conclusiva della lezione, dunque, i ragazzi hanno riflettuto su quanto scritto da ognuno di loro, con l’aiuto della dottoressa che cercava di far delineare ad essi da cosa è caratterizzato il concetto, o meglio il periodo dell’adolescenza, che, come si è notato dal lavoro di tutta la classe, è risultato essere momento di grandi cambiamenti sotto ogni punto di vista.

In particolare si sono evidenziati cambiamenti nelle emozioni, sempre più precarie e instabili, spesso anche altalenanti, in continua evoluzione; nelle relazioni, a partire da quelle con i nostri coetanei fino a quelle con altri adulti come i professori, passando per le relazioni spesso difficoltose con i genitori.

Inoltre è stato interessante, ovviamente, notare anche i grandi cambiamenti del nostro corpo dal punto di vista fisico: cambia infatti la fisionomia di ogni individuo, poiché, mentre nei ragazzi si sviluppa ad esempio il pomo di Adamo, la muscolatura aumenta e cambia il tono di voce, nelle ragazze invece si sviluppa il seno, i fianchi si assottigliano e così via.

L’adolescenza, come spiegato dalla dottoressa, è un percorso non ben definito in termini di età (si è soliti farlo cominciare nelle femmine all’età di 9/10 anni e nei maschi all’età di 11/12 anni) nel quale si abbandonano usanze e abitudini della puerizia, per assumerne di nuove, fino a quando non si inizia a creare una propria individualità, momento nel quale si può dire che l’adolescenza termini.

E’ dunque un periodo cruciale della nostra vita, caratterizzato da momenti che ci ricorderemo per sempre, attimi fugaci e spensierati che rimarranno per sempre impressi nella nostra memoria.

Ma cosa ho portato a casa da questo incontro? Mi è piaciuto confrontarmi con gli altri, la condivisione è stata piacevole ed anche curiosa: non pensavo infatti che praticamente ognuno di noi potesse scrivere le stesse sensazioni provate anche da ogni altro compagno! Abbiamo anche riso tra noi e in quegli istanti un’aula di scuola si è trasformata da luogo nel quale si sviluppano concetti disciplinari, in luogo nel quale poter parlare con gli altri di temi legati alla vita.

In quel momento ho capito che la scuola è un luogo di condivisione con le altre persone, e che, oltre a formare uno studente in ambito scolastico, lo forma soprattutto per la vita.                                          

A cura di Alessandro Marinetti, II A

giovedì 13 maggio 2021

CONFERENZA DI ORIENTAMENTO SUI PERCORSI DI STUDIO POST-UNIVERSITARI NEGLI STATI UNITI

 Si è svolta Mercoledì 12 Maggio, alle ore 16, in modalità on-line, una conferenza del dott. Simone Bregni, docente  da più di venti anni di Letteratura Italiana presso il Dipartimento di Lingue e Letterature presso la Saint Louis University in Missouri, dedicata agli studenti del quinto anno del liceo classico "V. Alfieri".

L'incontro del professore, ex-alunno del liceo Classico astigiano, con gli studenti dell'ultimo anno è ormai un appuntamento tradizionale, realizzato per la prima volta quest'anno in modalità on-line e non in presenza, e ha costituito  un'utilissima occasione per una riflessione e un confronto sui sistemi scolastici di educazione superiore e universitaria italiano e statunitense.

Molti sono i punti di forza del sistema scolastico italiano, descritti dal prof. Bregni, e in particolare dell'educazione liceale che garantisce profondità e uniformità di preparazione su un ampio ventaglio di discipline, vantaggio di cui non godono gli studenti liceali americani e spesso neppure gli studenti delle università, che tradizionalmente, fino alla laurea di primo livello, si orientano a scegliere aree di maggior interesse, anche piuttosto disomogenee tra loro.

Diverso è invece il livello di approfondimento che può essere conseguito tramite i master e dottorati post-laurea, che offrono spesso ai giovani italiani molte occasioni per mettere a frutto la propria eccellente preparazione anche in contesti internazionali e tramite esperienze di laboratorio efficacemente sostenute da fondi di investimento: l'esperienza di un Master o di  PHD in una università americana, a cui si può accedere con un sistema assolutamente meritocratico, grazie anche a fondi, borse di studio e sostegni economici per l'attività dei giovani ricercatori italiani, sostegni tali da coprire i costi dei corsi di specializzazione e del soggiorno negli Stati Uniti.

Il sistema universitario e post-universitario americano infatti rimane un sistema assolutamente informale nella sua organizzazione e al contempo concorrenziale, in grado di garantire, sia in ambito scientifico che umanistico, possibilità di studio, di ricerca e di valorizzazione delle proprie conoscenze e abilità, in modo trasparente e oggettivo, al di fuori del sistema ancora troppo spesso clientelare su cui si fondano le società italiane.
Il dott. Bregni ha illustrato ai giovani studenti, interessati a un eventuale percorso all'estero, le varie modalità di accesso tramite le qualifiche di teaching assistantship o di research assistantship, che consentono un percorso di studi e al tempo stesso lavorativo al quale si può accedere anche senza avere grandi risorse economiche, superando il vincolo dei grandi costi dell'istruzione americana;  al tempo stesso ha presentato vantaggi e svantaggi della vita quotidiana negli Stati Uniti, anche al di fuori dell'ambito di studi universitari, relativi alla vita sociale, culturale, all'assistenza sanitaria ecc.


La conferenza è stata però soprattutto una riflessione sul difficile e complesso  percorso di consapevolezza e di scoperta dei propri talenti, in cui, come ha sottolineato il dott. Bregni parlando anche della sua personale esperienza, si possono commettere errori, revisioni, cambiamenti di rotta: dubbi e perplessità dei giovani sul proprio futuro e su quello che sarà il mondo lavorativo e della ricerca tra alcuni anni,  dopo la prima laurea, sono stati espressi dai giovani studenti che hanno trovato comunque supporto e preziosi consigli nell'intervento del professore, che ha saputo evidenziare la ricchezza di quanto hanno già acquisito nel loro percorso liceale e delle possibilità di formazione a cui potranno accedere, senza mai dimenticare la regola aurea del coltivare sempre, da giovani e da adulti, ciò che piace, che è sempre la prima fonte di apprendimento.





martedì 11 maggio 2021

Conferenza sulle Fake news

 

29 aprile 2021: l’Istituto Alfieri alle prese con le Fake News: è tutto vero ciò che sentiamo?

Diverse classi dell’Istituto Alfieri durante una lezione in remoto sono state informate sull’argomento Fake News, sulla loro veridicità e su come difendersi da tutto ciò che si riceve e si legge in rete. Due giovani esperti di comunicazione, con una dialettica simpatica e facile da comprendere, ci hanno illustrato tutti i rischi a cui siamo esposti noi giovani generazioni (e non soltanto noi) quando veniamo a contatto con una notizia, in particolare una notizia online.

Fornendo esempi, i due professionisti della comunicazione ci hanno fatto capire che spesso le news devono essere recepite con molta cautela, con discernimento, …cum grano salis… .

Il web. L’intervento sulle fake news ha anche toccato l’infinito mondo dei siti web: non è semplice districarsi all’interno di questo universo; spesso noi ragazzi apprendiamo notizie provenienti dal web, queste, tuttavia, possono esser state esposte in modo errato, proprio per stimolare l’ascolto. Purtroppo la maggior parte delle notizie è di questo calibro: si pensi alle prime informazioni sul Covid-19: casistiche e dati aumentati o diminuiti a seconda dell’orientamento politico; la gente si fida di queste notizie e non si pone il problema di controllare su libri cartacei perché il web è molto più di facile consultazione.

L’epoca della post-verità. Al giorno d’oggi siamo continuamente bombardati da notizie e informazioni e proprio per questo viene data più importanza a slogan basati su dati forvianti che su verità. È facile credere a ciò che vediamo e i messaggi sono facili da modificare.

Come possono tali notizie essere così interessanti e accattivanti? Secondo i nostri informatori, esse si basano sull’emotività di chi le riceve: la punteggiatura, le immagini utilizzate, … tutto deputato a condizionare le nostre emozioni, colpendoci nel profondo.

Veicolazione del messaggio. Dal corso abbiamo imparato anche dove la notizia viene collocata per avere “successo”: per esempio un messaggio esposto su un bus è persuasivo poiché viene notato più facilmente anziché una notizia posta su un giornale cartaceo.

Per quanto mi riguarda da adesso in poi cercherò di affidarmi a fonti sicure e di porre attenzione ai messaggi e alle comunicazioni della rete. Tuttavia il web è sicuramente un serbatoio immenso di tutto ciò che si desidera sapere; pertanto prima di fidarmi ciecamente di una news, ne trarrò la veridicità.

 

A cura di Pero Vittoria, II A



martedì 4 maggio 2021

Il volontariato chiama, rispondi?

 L’istituto Alfieri incontra il volontariato astigiano


Martedì 27 aprile c.a., l’Istituto Alfieri ha conosciuto, in remoto, un mondo che soprattutto in questi tempi è diventato molto importante: il Volontariato. L’incontro è stato essenziale, poiché il Terzo Settore conta su poche forze giovanili, perciò è importante farlo conoscere ai ragazzi delle scuole superiori; in tal modo un settore così vitale vedrà la partecipazione di tutte le età, e si creerá nei giovani la consapevolezza che l’aiuto di tutti è necessario affinché nessuno venga lasciato indietro.

Entro nel vivo della conferenza: il primo intervento è stato gestito dal sindaco della città di Asti dott. Maurizio Rasero, che ha lasciato un meraviglioso messaggio ai ragazzi: “…Godetevi i vostri anni, si ritornerà presto alla normalità, divertitevi e impegnatevi per costruirvi un futuro, ma a fianco di tutte questi obiettivi per voi stessi, ritagliatevi dello spazio per partecipare a questo magico mondo, e dedicatevi anche agli altri…”.

In seguito è intervenuta la dott.ssa M. Stella Perrone, dirigente dell’Istituto Alfieri, e infine la prof.ssa M. Poggio che ha introdotto la dott.ssa M. Cotto, assessore al welfare del comune di Asti, che ha illustrato le varie iniziative e i diversi servizi del volontariato cittadino.

Quindi la parola è passata alla dott.ssa C. Calabrese, presidente de “Il Dono del Volo”, che ha esposto le attività di cui è responsabile la sua associazione. La presidentessa ha spiegato attraverso diverse metafore quanto il volontariato sia importante, ricordandoci che nessuno si salva da solo: “la pandemia ci ha cambiato, il sogno più esaltante sarebbe creare una società dove ognuno concede un po’ del proprio tempo agli altri”.

Infine è intervenuto il prof. M. Fassio, docente presso il ‘Istituto Giobert, che ha analizzato il Volontariato dal punto di vista dell’economia, spiegando che nel nostro paese - il secondo (dopo il Giappone) più indebitato al mondo - il Volontario è una necessità anche dal punto di vista finanziario, nonostante non influisca sul PIL in alcun modo. Egli ci ha spiegato che in Italia i volontari sono circa 5 milioni e mezzo; sembrano moltissimi, tuttavia corrispondono soltanto al 9% della popolazione. E’ assolutamente necessario che il numero di coloro che si occupano degli altri cresca, in particolare è vitale che i giovani siano sensibilizzati su tali argomenti.

La discussione ha fatto capire ai miei compagni e a me il fatto che per aiutare qualcuno, a volte, non sia necessario soltanto un aiuto economico, ma il dispendio di tempo e affetto. Impiegare il proprio tempo libero in attività di volontariato è un’occasione di crescita personale, oltre a essere necessario per il progresso della comunità intera e per la creazione di una società dove tutti quanti possano avviarsi verso un futuro migliore, senza che nessuno rimanga indietro.

A cura di Giorgia Ferraro, classe seconda A, Liceo Classico “Vittorio Alfieri” 


sabato 1 maggio 2021

Presentazione del romanzo di Claudia Villero

Venerdì 30 maggio 2021: la prof.ssa Claudia Villero presenta il suo romanzo Dal Monferrato all'Isonzo

Dopo la conferenza stampa di giovedì 29 aprile, il nostro Istituto ha presentato venerdì 30 aprile il primo evento nell’ambito del polo della rete delle biblioteche DigitalBiblioAgorà.



A fare gli onori di casa la Dirigente Scolastica, prof.ssa Maria Stella Perrone, ha introdotto la prof.ssa Claudia Villero che, intervistata dalla docente referente della rete, prof.ssa Cinzia Zenzon, ha presentato il suo romanzo Dal Monferrato all’Isonzo, edito nel 2019 da Letteratura Alternativa, seconda opera dopo Confessioni alla corte dei Tudor, edito nel 2017 da Albatros. Si tratta di due romanzi storici, scritti dalla prof.ssa Villero, docente di Lettere dell’Istituto Professionale Quintino Sella, con la passione che da sempre l’ha caratterizzata per la storia: «perché la storia non è solo un elenco di nomi, di date, di battaglie, ma è fatta da chi ha vissuto quell’epoca. Per questo mi sono documentata con molto scrupolo, consultando archivi e carteggi tra i personaggi, e aggiungendo semplicemente i pensieri dei protagonisti», afferma Claudia Villero.

Dal Monferrato all’Isonzo è ambientato a Piea, paese natale della scrittrice, durante la Prima Guerra Mondiale a cui il protagonista, il giovane Alessandro Pescarmona, è costretto a partecipare, chiamato alla leva quando la situazione, dopo Caporetto, diventa drammatica per l’Italia e al fronte c’è bisogno di ‘carne fresca’. Questo diciottenne scopre così a poco a poco la guerra che prima entra nel suo paese quando vengono chiamati alle armi i cugini, poi irrompe nella sua famiglia allorché giunge anche per Alessandro la chiamata. La guerra, di cui tanto spesso si era parlato in famiglia, lo travolge, lo disgusta e lo lascia senza parole: come reagire di fronte alle brutture e al massacro senza senso a cui si trova davanti? «Forse la follia era la soluzione migliore. Impazzire per non capire più tutto quell’orrore. Impazzire per non sentire più il fragore delle armi, il boato dei cannoni. Impazzire per non morire di paura in ogni istante. Impazzire per non sentire l’attanagliante angoscia di non riuscire a fare ritorno, per non sentire la nostalgia della propria casa e della propria famiglia. Impazzire forse era davvero la soluzione migliore» (pag. 98).

Il romanzo nasce, come racconta l’autrice, dal rinvenimento di una lettera scritta da Alessandro alla famiglia quando era al fronte e, in seguito ad una meticolosa ricerca compiuta presso l’archivio di Alessandria per ricostruire le esistenze dei personaggi citati, Claudia Villero ha voluto dare voce a personaggi umili di cui la grande storia non si sarebbe occupata. Un lavoro diverso è stato realizzato da lei, invece, per la redazione del suo primo romanzo, Confessioni alla corte dei Tudor, la cui protagonista, Anna Bolena, è una donna che ha cambiato la storia, oltre che – ammette la scrittrice – il personaggio femminile della storia moderna che più l’ha affascinata.

Con uno stile immediato ed introspettivo Claudia Villero ha voluto leggere nei pensieri dei protagonisti, restituire le loro emozioni di fronte ai fatti che hanno vissuto più o meno consapevolmente, ponendosi come modello la scrittura di Indro Montanelli che si era proposto di rendere accessibile la storia a tutti, non necessariamente a chi la storia la conosceva.

A cura di Cinzia Zenzon