Elisa ha raccontato la sua esperienza nella pagina web disponibile a questo link, che invitiamo tutti a leggere
Elisa e la prof.ssa Sara Bianco sul palco del Teatro Pirandello, durante la premiazione
Qui riportiamo una intervista che abbiamo realizzato al suo ritorno in classe:
Come ci si sente a essere
protagonisti del palco e a rappresentare una propria opera? Ne sei orgogliosa?
Attraversare il corridoio al
centro della platea, salire sui gradini prima del proscenio e possedere il
palco suscita emozioni indescrivibili, che riempiono il petto e fanno respirare
profumo di vita. Vedere realizzato ciò che si è solo pensato e scritto in un
momento buio della propria vita, trattando temi oscuri, rende luce e genera un
fuoco vitale che non pensavo potesse esistere. Ho dato voce così a personaggi
pirandelliani che di voce non ne avevano, restituendo loro dignità. È stato
l’unico momento della mia vita in cui ho sentito di avere il pieno controllo di
me stessa, dei miei pensieri, del mio corpo e degli spazi circostanti, avendo
completamente l’arbitrio delle scelte e delle psicologie a cui ho dato nome. Il
palco e il teatro permettono di essere un dio in miniatura ma allo stesso tempo
di dover venerare e dover rispettare in modo sublime l’eleganza e l’elevatezza
dei personaggi.
Come sei venuta a
conoscenza del concorso Uno, Nessuno e Centomila? Sei contenta di aver
partecipato?
Sono venuta a conoscenza del
concorso attraverso la mia docente di lettere e greco antico, la professoressa
Levati, e le sono grata di avermi proposto quest’opportunità, perché
inizialmente ho potuto personificare i miei pensieri a braccetto con Pirandello
e successivamente ho potuto sperimentare esperienze che mi hanno dato la
possibilità di avere prospettive e visioni diverse del mondo.
Ti hanno segnata le
sensazioni di quando sei arrivata ad Agrigento?
Impressi nella mia mente ci sono
ancora i profumi, le bellezze direi quasi trascendentali, gli aromi e il mio
cuore scalpitare alla visione di tale bellezza. Queste maestosità sono un
quadro ottocentesco del Romanticismo incarnate in un paesaggio goffo ma
peculiare, quale quello siciliano.
Tra i tanti luoghi che hai
visitato, quale ti è rimasto più nel cuore?
Uno dei luoghi che mi ha
affascinato di più è stata la Valle dei Templi, per l’armonia creatasi tra la
luce calda del sole e l’odore della vita vissuta e faticata, però in primo
luogo mi è rimasta impressa la tomba di Pirandello, luogo in cui ho percepito
un’energia peculiare, quasi come un fil rouge tra me e l’autore
novecentesco, tanto che quando ho appoggiato la mano della corteccia del pino
sotto cui è nato mi sono trovata un pezzetto di legno e l’ho calorosamente
tenuto, come fosse la nostra reliquia di collegamento.
Come hai trascorso le
giornate durante questa tua esperienza?
La settimana ad Agrigento è stata
un’occasione per partecipare a laboratori teatrali tenuti dal regista e attore
Marco Savatteri, dal coreografo Gabriel Glorioso e dalla performer Chiara Lo
Faso, visite a Musei diocesani e alla Biblioteca lucchesiana, oltre a essere
stati alla Scala dei Turchi e al Porto Empedocle, dopo la giornata alla Valle
dei Templi.
Com'erano strutturati i
laboratori?
Durate i laboratori abbiamo avuto
la possibilità di avere maggior cognizione della percezione del nostro corpo
nello spazio e nel tempo, acquisendo in questo modo controllo anche sui nostri
movimenti in relazione agli altri, prerequisiti fondamentali per un teatrante.
Dopo diverse attività siamo giunti alla cognizione delle modalità in cui
migliorare l’effetto vocale attraverso una diversa articolazione delle parole e
come amplificare la voce utilizzando solamente il nostro stesso corpo.
Hai avuto la possibilità di
fare nuove conoscenze?
Durante questa settimana ho
conosciuto persone di diverse nazionalità con cui mi sono tenuta in contatto e ho
avuto modo di mettere in gioco e alla prova le mie conoscenze linguistiche,
oltre alla necessità di adattarmi a diverse situazioni incontrando culture
diverse dalla mia.
Francesca Colasuonno (classe 3B)
ha intervistato la sua compagna Elisa Pavese