lunedì 31 gennaio 2022

Presentazione del libro "La mia vita" di Roberto Galli

 

Presentazione del libro del collega prof. Roberto Galli, recentemente scomparso



Domenica 30 gennaio alle ore 17 nella sala della Biblioteca astense, folto pubblico di ascoltatori interessati: ha luogo la presentazione del libro La mia vita per i tipi di Letteratura alternativa, del prof. Roberto Galli, recentemente e prematuramente scomparso. Illustra il testo la moglie, la nostra Dirigente scolastica, una chiacchierata con Manuela Caracciolo e la direttrice dott.ssa Gnetti. Un testo profondo, di vita vissuta, in ogni pagina ricordi, testimonianze, particolari: un uomo che si mette a nudo, che parla di sé, della famiglia e della vita tutta. In maniera particolare, tuttavia, emerge la grande passione del collega, docente presso l’Istituto professionale “ Q. Sella”: i viaggi, i tanti viaggi organizzati ed intrapresi con la moglie, con una passione viscerale, con una costanza ammirevole, con uno studio dei luoghi intenso. Stella Perrone ci ha parlato di posti meravigliosi, del rito della preparazione del viaggio, del viaggiatore curioso, che non lascia nulla al caso… Un testo da leggere tutto d’un fiato, “una vita a colori”, per dirla con la relatrice… Encomiabile la finalità: tutto il ricavato verrà devoluto alle Cure Palliative del Cardinal Massaia di Asti.

A cura di Mariarosa Poggio

Visita alla mostra di Alberto Burri: il parere degli studenti

 Alcuni studenti delle classi quinte visitano la mostra di Alberto Burri presso la Fondazione Ferrero ad Alba



Amo Burri perché non è solo il pittore maggiore d’oggi, ma è anche la principale causa di invidia per me: è d’oggi il primo poeta”. Questa riflessione appartiene al poeta ermetico Giuseppe Ungaretti: l'intellettuale del secolo scorso si pronuncia in questo modo al fine di descrivere un artista le cui opere rappresentano l’incontro tra un forte turbamento interiore e il connubio materico che alternava l’utilizzo di sacchi, plastica, corde, chiodi nelle opere del genio di Alberto Burri.

L’artista nasce a Città del Castello nel 1915 e si inserisce nell’ambiente culturale italiano come uno tra i maggiori esponenti e interpreti dell’Informale. Grande risonanza ha avuto, nel vero significato delle sue opere, la sua esperienza di vita. Prima di comprendere la sua reale vocazione, l’Arte, dopo aver conseguito gli studi presso il dipartimento di Medicina a Perugia, Burri si arruolò nell’esercito, più precisamente nella 10° legione in Africa Settentrionale. Nei giorni della resa italiana in Africa fu arrestato dagli inglesi e rinchiuso nel “criminal camp” per non cooperatori nel campo di concentramento di Hereford, in Texas. Questo periodo segnò profondamente la sua produzione successiva: l’utilizzo dei materiali richiama l’essenzialità dei mezzi che lo circondavano durante la prigionia; i sacchi diventano il tessuto della società del dopoguerra e, per questo motivo, essi venivano stravolti nella loro forma e utilizzo. Il tessuto grezzo diventa confine di enormi crateri neri dipinti su una tela cucita o inchiodata ad altri materiali. La plastica subentra nella sua produzione solo a metà degli anni 50: è materiale nuovo e, come ogni novità, è oggetto di grande richiesta, tanto da farne emblema di un nuovo capitalismo durante gli anni del boom economico.



Come si approccia l’autore a questa novità? Stravolgendone la consistenza, incendiandola in un furore che crea squarci, sfumature nere e marroni; i nuovi connotati che le tele di plastica assumono richiamano demoni interiori che emergono dai colori della violenza che l’autore conobbe durante il conflitto: il rosso e il nero.

Proseguendo nelle sale della Fondazione Ferrero, ci si imbatte in una sorta di equilibrio ritrovato: a colori scuri e decisi, si sostituiscono tonalità chiare che lasciano tregua agli occhi dello spettatore; si alternano figure geometriche e dettagli d’oro che non solo richiamano la tradizione musiva, ma anche uno spiraglio di speranza in un mondo immerso in una fuligginosa coltre nera.

Questa esposizione presso la sede della Fondazione Ferrero ad Alba ha suscitato grande interesse tra gli alunni delle classi quinte del Liceo Classico Vittorio Alfieri che, accompagnati da alcuni docenti, hanno compreso quella che si può definire la migliore tecnica di apprendimento: vivere quanto sui manuali è solo descritto in un contesto del tutto diverso dal consueto.

A cura di Camilla Camusso, VC



domenica 30 gennaio 2022

Visita alla mostra di Alberto Burri ad Alba

 

Visita didattica di sabato mattina 29 gennaio: con alcuni docenti, un gruppo di studenti delle classi Quinte del Liceo alla mostra di Alberto Burri presso la Fondazione Ferrero di Alba



Accompagnare degli studenti liceali per vedere le opere di Alberto Burri non è certo impresa facile: l’artista non è di immediata comprensione, le opere sono complesse da leggere, da vedere, da interiorizzare. Egli ha lavorato con i materiali più disparati: plastica, vinavil, fiamma ossidrica, sacchi di juta, tavole di legno…Un pittore, no, forse non un pittore, ma un artefice a tutto tondo, che lavorava con le mani, con la forza delle braccia, con l’arguzia dell’ingegno per comunicare le sue sensazioni. Surrealista? Postmodernista? Futurista? Artista variegato, complesso, mutevole negli anni. E gli studenti? Grazie all’ ottimo filmato introduttivo, vita e opere sono state comprese, certamente non del tutto, ma l’approccio è avvenuto. Tutti interessati e sorpresi: l’arte produce questo effetto. E poi l’uscita insieme, come nei tempi prepandemia…

                                                                                                        A cura di Mariarosa Poggio

                                                                                                     

giovedì 27 gennaio 2022

Giornata della Memoria

 

Giornata della Memoria: 27 gennaio 2022, Sala della Provincia Asti



Nella mattina di giovedì 27, autorità, familiari di reduci e deportati, Ufficio del Prefetto, abbiamo assistito ad un’ottima organizzazione per la Giornata della Memoria, ma che significato può avere per i nostri studenti partecipare ad una tale commemorazione? Intanto, essere presenti come parte attiva: ben cinque ragazzi delle Quinte A e C del Classico hanno letto con lettura interpretativa alcuni passaggi tratti da testimonianze di deportati astigiani: Enrica Jona, Eo Baussano, Gino Valenzano, Biagio Benzi e poi ascoltare, trattenere nella memoria, custodire nel cuore, per tramettere ad altri, perché non si dimentichi mai… Cecilia Gianoglio, Francesco Berzano, Federico Bianco, Virginia Torchio, Daniele Dapavo non hanno solo interpretato quelle parole di astigiani, ma hanno fatto propri quei ricordi, quelle immagini, quegli istanti terribili. I nostri studenti hanno dato voce ai ricordi di persone che hanno sofferto, che sono stati perseguitati solo perché ebrei, che hanno patito in condizioni estreme. Questo è mantenere viva la memoria, è lavorare per abbattere le differenze, è operare per la pace. Un sentito ringraziamento all’Ufficio del signor Prefetto per il gentile invito ad essere parte attiva nella mattinata del ricordo.

                                                                                              A cura di Mariarosa Poggio

sabato 22 gennaio 2022

DUE STUDENTESSE DEL GRUPPO GIORNALISMO-MULTIMEDIA DEL LICEO CLASSICO "V. ALFIERI" STORYTELLER PER UN GIORNO

 Nell'ambito del ricco calendario di lezioni di giornalismo  che l'I.I.S. "V. Alfieri" realizza in orario pomeridiano in collaborazione con F.E.M. DIGITAL per l'iniziativa "A lezione con gli esperti", guidata dall'esperta Annamaria Bove, si è svolta Venerdì 21 Gennaio 2022 una interessante lezione, a cura di Virginia Padovese, sui rischi delle fake news e sulle tecniche per distinguere notizie attendibili e pubblicità mascherate nell'ambito delle informazioni che oggi ci raggiungano sulla carta stampata e on-line.
Virginia Padovese, con una lunga carriera di giornalismo radiofonico all'estero e in Italia, è attualmente redattrice della piattaforma NewsGuard, un ente indipendente che valuta l'attendibilità di testate giornalistiche e siti di informazione secondo parametri riconducibili ai criteri della trasparenza e attendibilità delle notizie e delle redazioni giornalistiche.


Al termine di una lezione ricca di spunti e di riflessioni interessanti, che hanno guidato i giovani partecipanti ad acquisire maggiori capacità di lettura critica delle informazioni fornite, in cui spesso le opinioni personali vengono proposte come notizie sicure, le due studentesse del Liceo Classico Giulia Boracco e Francesca Colasuonno, invitate da Annamaria Bove, hanno presentato il proprio lavoro di storyteller, realizzato nell'ambito del gruppo di Giornalismo e Multimedia del Liceo.
Il lavoro, propedeutico alla redazione di articoli veri e propri, è consistito nella presentazione di alcuni casi, nazionali e internazionali, di conquista di alcuni diritti e di lotta per la loro difesa, tramite una video-narrazione con l'app thinglink.

Giulia Boracco ha presentato il caso di Ilaria Alpi, evidenziando nel suo racconto come l'Italia occupi, a scala mondiale, solo il 40° posto nella classifica dei paesi in cui è assicurata la libertà di stampa, mentre Francesca Colasuonno ha presentato il caso di Nadia Nadim, profuga afgana rifugiata in Danimarca, che è diventata campionessa sportiva nel calcio femminile e medico, pronta a dare il suo contributo all'operato di "Medici senza Frontiere", un esempio di tenacia e indipendenza, di cui ha voluto ricordare la frase: "usa quella sensazione come carburante per i tuoi sogni e quando sogni, sogna in grande".
Le due narratrici hanno ricevuto dalla curatrice dell'iniziativa, Annamaria Bove, apprezzamento per la passione e lucidità con cui hanno presentato le vicende, appassionandosi all'arte del racconto.
 


venerdì 21 gennaio 2022

Conferenza di Luca Mercalli sui cambiamenti climatici

 

Conferenza del 19/01: i cambiamenti climatici e le loro conseguenze



 

Nella mattina di mercoledì 19 gennaio Luca Mercalli ha tenuto una video conferenza a cui hanno partecipato diverse scuole fra cui il Liceo classico V. Alfieri. Il meteorologo ha illustrato durante la lezione un problema molto attuale, che necessita di una soluzione nel più breve tempo possibile: l’inquinamento.

Dopo aver spiegato i problemi provocati da questo fenomeno (quali il cambiamento climatico, il relativo innalzamento del livello del mare, la perdita della biodiversità ed evidenti danni a tutte le specie viventi esistenti al mondo), il professor Mercalli ha evidenziato come, nonostante l’entità del problema sia enorme e rappresenti un grande pericolo per il futuro delle nuove generazioni, non ne venga correttamente giudicata la gravità e non ci si occupi adeguatamente della questione.

Il sistema economico mondiale attualmente presente non prende infatti abbastanza in considerazione il miglioramento ambientale necessario, poiché concentrato puramente sugli obiettivi economici, trascurando quindi la questione climatica.

Il risultato di questa realtà è il continuo peggioramento delle condizioni ambientali e il sempre progressivo avvicinamento al cosiddetto “punto di non ritorno”.

Le principali istituzioni politiche a livello globale hanno preso provvedimenti a riguardo, cercando di contenere il fenomeno e, ad esempio, diminuendo le emissioni di C02.

Non di rado però, rimangono solo accordi su carta, i cui esiti non sono sufficienti per un miglioramento vero.

L’Europa stessa, attraverso il Green Deal, ha scritto un patto costituito da molte iniziative politiche, al fine di ottenere la neutralità climatica nel vecchio continente entro il 2050.

Il professore ha inoltre spiegato come, per ottenere cambiamenti e miglioramenti concreti, si debba riprogettare il sistema economico al fine che sia ridotto il più possibile l’inquinamento, tentando di investire in modo più consapevole e sostenibile nelle risorse disponibili.

Ha infine proposto e illustrato alcuni rinnovamenti riguardo:

-l’utilizzo di energia rinnovabile al posto di carbone e petrolio,

-la mobilità, investendo ad esempio sulle auto elettriche,

-l’acquisto di prodotti alimentari ecosostenibili.

La conferenza si è poi conclusa con l’invito e la speranza che le nuove generazioni riescano a migliorare il mondo, tentando di rammendare gli strappi del passato.

 A cura di Denise Gaiot, III C

mercoledì 19 gennaio 2022

Ciclo di film dedicato ai diritti degli LGBTQUIA+

 

I diritti LGBTQIA+ in scena all’Asti Film Festival: il liceo classico in prima fila



Mi piace iniziare questo breve intervento citando alcune righe dalla prefazione di David Sassoli, ex Presidente del Parlamento Europeo prematuramente scomparso pochi giorni fa, al libro Verso casa. Il lungo viaggio dell’Europa per ritrovare sé stessa, di Donato Benedicenti, in uscita il prossimo 10 febbraio: servono grandi riforme ma, prima ancora, serve rilanciare la centralità della politica intesa come capacità di disegnare il mondo che vogliamo e come dimensione essenziale della convivenza civile (da “La Repubblica” del 13 gennaio 2022).

Disegnare il mondo che vogliamo e come dimensione essenziale della convivenza civile: ecco cosa mi ha colpito di più e che ben si adatta all’occasione di cui voglio qui dare conto.

Lo scorso 14 dicembre, in occasione dell’Asti Film Festival, l’associazione Asti Pride ha organizzato la proiezione di tre cortometraggi nella sezione dedicata ai temi LGBTQIA+: Corpi liberi, Nail Polish e Good times for a change.

Su invito di una delle organizzatrici, Vittoria Briccarello, nostra ex allieva, ha assistito all’evento anche un gruppo di studenti del liceo classico, che, come l’intero Istituto “V. Alfieri”, anche grazie all’attenzione prestata all’inclusione dalla DS Maria Stella Perrone, ha tra gli obiettivi formativi che gli allievi vivano la scuola come luogo di benessere, in cui veder valorizzate le caratteristiche individuali, nella convinzione che la vera uguaglianza risieda nelle pari opportunità riconosciute alla diversità presente in ognuno di noi.

Il primo dei tre cortometraggi, Corpi liberi, di Fabiomassimo Lozzi, tratta dell’organizzazione da parte di PRISMA, collettivo studentesco LGBTQIA+ interno alla Sapienza di Roma, del primo Pride universitario, nel 2018, a cinquant'anni dal ‘68. Alla base, ora come allora, una critica sia della società in generale, dominata ancora da tabù, specie sessuali, sia dell’università stessa (emblematiche le accuse mosse alla Facoltà di medicina per i pregiudizi che ancora vengono associati all’HIV). Notevoli la passione politica e lo spirito “rivoluzionario” dei giovani protagonisti.

Gli altri due film sono qui presentati attraverso le parole di Carlotta Toniolo, studentessa del liceo classico (IVA), che ha assistito alle proiezioni con grande entusiasmo.

Nail polish, di Giacomo Tazzini, racconta la difficoltà di un ragazzo a dichiarare la propria omosessualità al fratello, unico famigliare che gli è rimasto. Il particolare dello smalto sulle unghie innesca un interrogatorio insistente che porta al coming out del protagonista. La reazione del fratello è tragica e violenta. La musica è protagonista e crea una forte tensione che aumenta con il susseguirsi incalzante delle battute tra i due. La scelta di mantenere la lingua originale, il polacco, sottotitolato, acuisce il disagio dello spettatore, che si fa così protagonista, e le immagini di alcuni particolari a colori contrastano, simbolicamente, con le scene interamente in bianco e nero. La domanda ricorrente “Ti piace quello che vedi?” sembra essere rivolta alle coscienze di tutti noi.

Nel documentario Good Times for a change, realizzato da Elena Comoglio e Mick De Paola, vengono seguite le tappe dell’elezione del primo sindaco transgender d’Italia, Gianmarco Negri. Un documentario onesto e trasparente che attraverso le parole di amici e familiari fa emergere la semplicità e la naturalezza di un uomo determinato e coraggioso. Al centro l’organizzazione della campagna elettorale, le difficoltà e i pregiudizi affrontati con l’aiuto dei sostenitori: alla fine, la stima e la fiducia dei concittadini nelle sue capacità gli hanno permesso di vincere le elezioni e di introdurre importanti cambiamenti nel comune di Tromello (PV). Dopo la proiezione è stato molto significativo incontrarlo personalmente e confrontarsi con lui sui giovani, la politica e la situazione della comunità LGBTQ+ in Italia. Ho trovato l’esperienza molto costruttiva, perché, nonostante la sua storia personale dolorosa e complessa, Gianmarco Negri ha saputo comunicare ottimismo e speranza in un futuro più inclusivo”.

Ringraziando Carlotta per il prezioso contributo, concludo parafrasando di nuovo le parole di David Sassoli: “disegnare” il mondo che tutti vogliamo è possibile, basta volerlo, e la scuola, in questo, deve essere sempre in prima linea.

 

A cura del prof. Carlo Bavastro e di Carlotta Toniolo (studentessa della classe IVA del liceo classico)