mercoledì 19 gennaio 2022

Ciclo di film dedicato ai diritti degli LGBTQUIA+

 

I diritti LGBTQIA+ in scena all’Asti Film Festival: il liceo classico in prima fila



Mi piace iniziare questo breve intervento citando alcune righe dalla prefazione di David Sassoli, ex Presidente del Parlamento Europeo prematuramente scomparso pochi giorni fa, al libro Verso casa. Il lungo viaggio dell’Europa per ritrovare sé stessa, di Donato Benedicenti, in uscita il prossimo 10 febbraio: servono grandi riforme ma, prima ancora, serve rilanciare la centralità della politica intesa come capacità di disegnare il mondo che vogliamo e come dimensione essenziale della convivenza civile (da “La Repubblica” del 13 gennaio 2022).

Disegnare il mondo che vogliamo e come dimensione essenziale della convivenza civile: ecco cosa mi ha colpito di più e che ben si adatta all’occasione di cui voglio qui dare conto.

Lo scorso 14 dicembre, in occasione dell’Asti Film Festival, l’associazione Asti Pride ha organizzato la proiezione di tre cortometraggi nella sezione dedicata ai temi LGBTQIA+: Corpi liberi, Nail Polish e Good times for a change.

Su invito di una delle organizzatrici, Vittoria Briccarello, nostra ex allieva, ha assistito all’evento anche un gruppo di studenti del liceo classico, che, come l’intero Istituto “V. Alfieri”, anche grazie all’attenzione prestata all’inclusione dalla DS Maria Stella Perrone, ha tra gli obiettivi formativi che gli allievi vivano la scuola come luogo di benessere, in cui veder valorizzate le caratteristiche individuali, nella convinzione che la vera uguaglianza risieda nelle pari opportunità riconosciute alla diversità presente in ognuno di noi.

Il primo dei tre cortometraggi, Corpi liberi, di Fabiomassimo Lozzi, tratta dell’organizzazione da parte di PRISMA, collettivo studentesco LGBTQIA+ interno alla Sapienza di Roma, del primo Pride universitario, nel 2018, a cinquant'anni dal ‘68. Alla base, ora come allora, una critica sia della società in generale, dominata ancora da tabù, specie sessuali, sia dell’università stessa (emblematiche le accuse mosse alla Facoltà di medicina per i pregiudizi che ancora vengono associati all’HIV). Notevoli la passione politica e lo spirito “rivoluzionario” dei giovani protagonisti.

Gli altri due film sono qui presentati attraverso le parole di Carlotta Toniolo, studentessa del liceo classico (IVA), che ha assistito alle proiezioni con grande entusiasmo.

Nail polish, di Giacomo Tazzini, racconta la difficoltà di un ragazzo a dichiarare la propria omosessualità al fratello, unico famigliare che gli è rimasto. Il particolare dello smalto sulle unghie innesca un interrogatorio insistente che porta al coming out del protagonista. La reazione del fratello è tragica e violenta. La musica è protagonista e crea una forte tensione che aumenta con il susseguirsi incalzante delle battute tra i due. La scelta di mantenere la lingua originale, il polacco, sottotitolato, acuisce il disagio dello spettatore, che si fa così protagonista, e le immagini di alcuni particolari a colori contrastano, simbolicamente, con le scene interamente in bianco e nero. La domanda ricorrente “Ti piace quello che vedi?” sembra essere rivolta alle coscienze di tutti noi.

Nel documentario Good Times for a change, realizzato da Elena Comoglio e Mick De Paola, vengono seguite le tappe dell’elezione del primo sindaco transgender d’Italia, Gianmarco Negri. Un documentario onesto e trasparente che attraverso le parole di amici e familiari fa emergere la semplicità e la naturalezza di un uomo determinato e coraggioso. Al centro l’organizzazione della campagna elettorale, le difficoltà e i pregiudizi affrontati con l’aiuto dei sostenitori: alla fine, la stima e la fiducia dei concittadini nelle sue capacità gli hanno permesso di vincere le elezioni e di introdurre importanti cambiamenti nel comune di Tromello (PV). Dopo la proiezione è stato molto significativo incontrarlo personalmente e confrontarsi con lui sui giovani, la politica e la situazione della comunità LGBTQ+ in Italia. Ho trovato l’esperienza molto costruttiva, perché, nonostante la sua storia personale dolorosa e complessa, Gianmarco Negri ha saputo comunicare ottimismo e speranza in un futuro più inclusivo”.

Ringraziando Carlotta per il prezioso contributo, concludo parafrasando di nuovo le parole di David Sassoli: “disegnare” il mondo che tutti vogliamo è possibile, basta volerlo, e la scuola, in questo, deve essere sempre in prima linea.

 

A cura del prof. Carlo Bavastro e di Carlotta Toniolo (studentessa della classe IVA del liceo classico)

 

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