giovedì 16 giugno 2022

La I A mette in scena gli "Uccelli" di Aristofane

 

La IA del Liceo classico trasforma Piazza della Cattedrale nel set degli Uccelli di Aristofane



 

IA del liceo classico - 3 giugno - ore 10.00: dopo venti minuti di lezione in aula (giusto il tempo per le domande di rito sui compiti delle vacanze), i miei studenti ed io scendiamo in Piazza della Cattedrale per le ultime due ore di lezione di latino e greco dell’anno (martedì e mercoledì i ragazzi saranno impegnati nella cogestione).

Come è ormai consuetudine da settembre, anche questo venerdì sarà dedicato, in parte, al laboratorio di teatro classico. Sino ad oggi lo si è svolto in classe, indossando le mascherine, ma comunque fuori dai banchi, chi in piedi chi seduto, chi sul posto chi in movimento, nel tentativo di riprodurre, pur nella pandemia e senza particolari velleità artistiche, alcune dinamiche teatrali: la gestualità del corpo, l’intonazione della voce, il gioco attore – coro.

Per mesi abbiamo letto passi, riadattati, dalle tragedie di Eschilo, Sofocle, Euripide e dalle commedie di Aristofane, ricercandone una connessione con l’attualità: le Supplici di Eschilo e l’accoglienza dei migranti; le Troiane di Euripide, la Lisistrata di Aristofane e il dramma della guerra, specialmente per le donne; la Medea di Euripide (cui è seguita la visione della celeberrima versione cinematografica di Pasolini) e il rapporto con l’Altro.

Ultima, proprio venerdì scorso, la lettura di scene dagli Uccelli di Aristofane, l’utopia politico – sociale di una città sospesa tra il mondo degli uomini e quello degli dèi: la città degli uccelli, appunto.

E proprio allora, quasi per gioco, avevo lanciato un’idea: perché venerdì prossimo (il 3, appunto) non provare a realizzare un corto su questa commedia? Nessuna pretesa di perfezione filologica o drammaturgica, ma semplicemente una risposta pratica a una necessità sempre più impellente per i nostri studenti: dopo mesi di chiusure e costrizioni qualche “ora d’aria”, complici il caldo e il sole.

Pur non avendo dato ai ragazzi alcuna indicazione di regia, se non alcuni gruppi di battute, mi ritrovo, da spettatore, sul set di un film, dove ognuno ha un suo ruolo (di attore/attrice, voce fuori campo, coro, regista, addetto/a alla sartoria etc.), compreso un albero di fico, che i ragazzi decidono di utilizzare per la scena del sicofante (delatore), che letteralmente “denuncia il furto di fichi sacri”. Non mancano neppure loro, gli uccelli, che si rincorrono, a stormi, sul tetto della cattedrale.

Ebbene, grazie alle indicazioni di Lorenzo Morosino (che non posso non citare per le sue indubbie doti di giovanissimo regista), in due ore si provano e si girano le scene, mentre gruppi di turisti, incuriositi, si fermano, scattano qualche foto e vanno oltre.

Sono le 12.00 e si riprende l’ultima scena: le nozze di Pistetero, ateniese riconosciuto re della città degli uccelli, e Regina. La τύχη (sorte) ci assiste e come ogni giorno dal campanile della cattedrale ecco il diffondersi dei rintocchi delle campane che sembrano benedire le nozze profane con cui si chiude la commedia di Aristofane e con essa, in pratica, l’anno scolastico.

Perché questo resoconto? Per ringraziare i miei studenti della IA, che da qualche giorno mi hanno inviato il link del corto realizzato, anche in questo caso dopo un lavoro di montaggio in totale autonomia, con qualche imperfezione, certo, come imperfetta, e per questo unica e straordinaria, è la loro età.

Grazie, ragazzi!

 

                                                                                                         A cura di Carlo Bavastro

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