Tornano le prove scritte all'Esame di stato
Il giorno lunedì 31 gennaio 2022, il ministro dell’istruzione, Patrizio Bianchi, si è espresso sulle modalità che interesseranno lo svolgersi sia della Maturità che dell’esame di terza media. Da studentessa del quinto anno che, nel 2022, dovrà sostenere sia l’Esame di Stato, sia prendere importanti decisioni riguardo al suo futuro percorso universitario, ho vissuto, fino a lunedì, nella tranquillità che mi era stata consentita dalle dinamiche su cui, fino a quel momento, si era pronunciato il ministro: uno scritto di Italiano e un orale in cui avrei dovuto presentare o un elaborato o una tesina interdisciplinare. Non mi sono, tuttavia, stupita più di tanto nel ricevere la notizia secondo la quale, seppur non siano ancora state presentate ordinanze definitive, sarà reintrodotta la seconda prova. Questo, forse, è dovuto al fatto che nel mio singolo caso, la Dad ha rappresentato sì una didattica a singhiozzi, ma allo stesso tempo mi ha consentito di approfondire tematiche ed interessi che fino poco tempo prima avevo a dir poco trascurato; forse, perché nella mentalità di alcuni alunni e professori la Maturità ha una valenza puramente formale, quasi come se rappresentasse il raggiungimento di una soddisfazione personale nel veder concluso nel migliore dei modi un percorso così tortuoso e faticoso. Tuttavia io non sono un caso singolo, in qualche modo, in questo contesto, credo di rappresentare la comunità studentesca e, pertanto, mi domando: tutti affrontano questo momento come lo sto affrontando io? Tutti riusciranno a sopportare il grande stress che dominerà questi ultimi mesi di un momento della nostra vita che vorremmo ricordare come “sereno”? Con questo non voglio apparire come menefreghista e tanto meno più forte emotivamente rispetto agli altri studenti, ma desidero evidenziare come la Dad non abbia solo compromesso la nostra preparazione scolastica e la nostra formazione, ma abbia anche notevolmente nociuto alla nostra interazione sociale. Ha condotto molti alunni alla scelta dell’abbandono scolastico. Ha fatto passare in secondo piano la salute mentale di chi, fino a quel momento, non aveva avuto modo di interfacciarsi con se stesso. Credo che in questo momento sarei anche io nella medesima condizione di sentirmi esausta di ritrovarmi solamente con me stessa e con il mio computer… quanto prima ho affermato è più una questione di voler proseguire un modus vivendi che ho appreso proprio nel momento di emergenza: affrontare tutto un passo dopo l’altro. Probabilmente, la decisione a cui è giunto il ministero dell’istruzione non muterà: al momento ci sono più punti interrogativi che certezze, più angoscia che felicità di proseguire verso il termine di questo ciclo di studi, più desiderio di far sentire la propria voce e di richiamare alla collaborazione la comunità studentesca italiana piuttosto che ridursi alla semplice accettazione che io stessa, ora, considererei come atto di egoismo.
a cura di Camilla Camusso, V C
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