domenica 19 aprile 2020

Antigone, oggi

CREONTE
 Dico a te, che tieni il volto abbassato: ammetti o neghi di aver compiuto queste azioni?

ANTIGONE
Lo ammetto, non lo nego: sono stata io

CREONTE
Dimmi dunque: non eri al corrente del decreto?

ANTIGONE
Certo, era pubblico: come potevo ignorarlo?

CREONTE
E allora, disgraziata, come ti sei permessa di  violare la legge?

ANTIGONE
Non c’è giustizia alcuna nella tua legge, per questo l’ho violata. Tu lo devi sapere, che essere uomini è più grande dei tuoi decreti, che  l’umanità ha le sue leggi non scritte, che vivono da sempre, che ci accompagnano da sempre. Sei tu che le ignori, non io.
Quanto a me, so bene di essere una creatura mortale, e nessun decreto può cambiare questo fatto e trattenermi in vita, oltre il mio tempo.
E se dovrò morire prima del tempo, sarà un guadagno. Sarebbe stato un dolore peggiore se avessi dimenticato la mia umanità. E se ti sembro folle, guarda in te stesso: forse la mia follia è la risposta alla tua.

CREONTE
Arrogante sei, ed ostinata. Ti elencherò i delitti, perché sia chiaro a chi ascolta quante regole hai trasgredito e quanto è giusta la tua punizione.
Testimoni ti hanno vista avvicinarti al corpo di tuo fratello, e toccargli le mani. E il viso, pure quello gli hai toccato, e hai abbracciato il cadavere e l’hai accompagnato al funerale: era proibito, lo sai!

ANTIGONE
Non potevo lasciarlo andare via così, senza un ultimo abbraccio, da solo, nel silenzio. Quale gloria migliore che racchiudere mio fratello nel sepolcro dopo avergli toccato le mani? Quale gesto migliore che non permettere che andasse nell’aldilà senza un mio saluto e senza me al suo fianco?

CREONTE
Taci! Hai contaminato la città con le tue mani, mentre il mio decreto la vuole preservare.
Con quelle mani empie hai portato il contagio di casa in casa; ti hanno visto aggirarti nell’agorà, parlare con gli anziani senza protezione alcuna: era proibito! Non hai coperto la tua bocca col velo, come stabiliva la legge!

ANTIGONE
Sì, ho tolto il velo per salutare una vecchia parente…è sorda, non poteva ascoltarmi, ma ha potuto leggere il mio messaggio d’amore per lei sulle labbra. La solitudine del cuore uccide tanto quanto questa malattia che ci ha invaso… Non potevo voltarmi dall’altro lato né salutarla da lontano con gesto furtivo della mano, come impone questa tua legge…


CREONTE
La sentite? Si vanta di aver trasgredito il mio decreto…se ne fa una ragione! Sei ostinata come tuo padre Edipo. Non sai cedere ai mali. Né sai obbedire a chi è più in alto di te. Ma ti spezzerai, come gli oggetti che vanno in frantumi…

ANTIGONE
Tutto è in frantumi Creonte, la nostra vita, e quel che è peggio, la nostra umanità. Ci sono più cose nel cuore dell’uomo di quelle che tu vuoi definire con i tuoi decreti. Cose che dobbiamo fare per tutti, e soprattutto per chi amiamo.

CREONTE
Piccola arrogante superba! Ora aggiungi insulto a insulto e ti compiaci della tua infamia, deridendo la legge. Ti hanno visto entrare nelle case, portare il tuo fiato contaminato agli altri cittadini, a mio figlio…

ANTIGONE
Emone è il mio…

CREONTE
No! Emone non è di nessuno, appartiene alla città, come tutti noi! Questa è l’unica legge ora! Preservare la città, garantire la sopravvivenza. E tu, serpe che vivi nella mia casa, vipera funesta, hai scelto di stare con i morti, non con i vivi!

ANTIGONE
Io non sono nata per l’odio, ma per l’amore. E anche tu Creonte, anche se lo neghi. Non puoi trasformare la città in un deserto, perché questo stai facendo. Pensi alla sicurezza di tutti e all’amore di nessuno, distruggi famiglie, affetti, come se ognuno di noi fosse solo al mondo! E la morte è al nostro fianco, non si fermerà per i tuoi decreti ma forse la fermerà la pietà di qualcuno….

CREONTE
Fate tacere questa pazza! Taci, disgraziata! Lo sai che il contagio si aggira sottile di casa in casa, passa di corpo in corpo, si diffonde tra i corpi dei vivi e li trasforma in morti!  Questa donna non si è preoccupata di isolarsi, lei, la superba, l’infallibile, la superiore a tutti, ha continuato a girare per la città, senza motivo di pubblica utilità, ma per il suo personale e stolto bisogno di cercare un pubblico a cui mostrare le sue virtù! Infame! E quando nell’agorà vedesti un’anziana donna cadere, schiacciata dal peso degli anni, mentre tutti l’hanno giustamente lasciata in terra per evitare il contagio, tu la soccorresti, ti avvicinasti a rialzarla con le tue mani empie…

ANTIGONE
Era la mia vicina, abitava  presso la casa di mio padre da molti anni. Da piccola giocavo sulle sue ginocchia quando mia madre Giocasta si perdeva nei pensieri, nei dubbi, nei deliri. Lei c’era per me, in quei giorni cupi. Ma se anche fosse stata una sconosciuta, l’avrei fatto ugualmente…

CREONTE
Sentite questa cagna come si vanta! E’ intollerabile. E altri testimoni ti hanno vista compiere un gesto ancora più nefasto, con quelle stesse mani con cui hai abbracciato il cadavere di tuo fratello, con quello stesso corpo con cui lo hai accompagnato alla tomba! Infame! Hai toccato le mani dei cittadini con quelle tue mani empie, hai distribuito saluti a chi conoscevi da tempo, e anche a chi non conoscevi, mentre proprio di loro dovevi prenderti cura e preservarli dalla morte… Sei andata a cercare la tua nutrice e l’hai abbracciata a lungo: ti hanno vista, non lo puoi negare.

ANTIGONE
Non lo nego infatti, l’ho fatto e ne sono fiera….E’ sola al mondo, non vede più nessuno da tempo, non ha figli nella sua casa, né nipoti. Ripiegata su se stessa, attende la morte nel silenzio e io ho voluto spezzare dolore e solitudine. Nulla di quello che ordini appare giusto ai miei occhi. E tutti sarebbero d’accordo con me, e lo direbbero, se non avessero paura, paura di te e di questa morte che ci circonda, che vogliono nascondere, sconfiggere…Ma mentre tu scrivi le leggi, il nostro cuore si svuota. Alla fine di tutto, come potremo ridare i saluti che abbiamo negato, chi conterà i baci perduti, gli abbracci mancati alle sorelle, ai fratelli, ai parenti, agli amanti? Se oggi li perderemo senza dir loro una parola, questo vuoto si dilaterà dentro di noi….

CREONTE
Tu, pazza, tu  vuoti la città, con i tuoi comportamenti empi. Tu non hai pietà di nessuno, mentre ti riempi la bocca di parole d’amore. Portatela via! Chiudetela in una stanza da cui non possa più uscire, fino alla fine di questo funesto delirio!

ANTIGONE
Un’altra vita è possibile, Creonte, ma non lo vuoi vedere. Tu stesso non sai che destino ci attende, come nessuno di noi. E le tue leggi sono solo leggi, ma la vita non la puoi definire, fermare, limitare…la vita è vita, che scorre e che si nutre di amore…

CREONTE
Via, via! Portatela via dalla mia vista! Che nessuno ascolti le sue parole empie…Tu sei un pericolo per la nostra salvezza, per i tuoi cari, per l’intera città! Non ripetete le sue parole! Tappatevi le orecchie, non ascoltate il suo delirio! Viaaaa!

(testo scritto da Rossana Levati, meditando su Sofocle)