LA COSTITUZIONE RACCONTATA DA GHERARDO COLOMBO
Gherardo Colombo è un ex magistrato, giurista e saggista noto per la sua partecipazione a importanti inchieste quali la scoperta della Loggia P2, il delitto Giorgio Ambrosoli e Mani Pulite. Nella conferenza organizzata dal Polo Cittattiva di Cisterna, tenutasi il 21 dicembre 2020, Colombo ha proposto un’introduzione ai principi fondamentali citati nella Costituzione, sottolineando in essi la presenza di grandi voci storiche (per citare un esempio, nell’articolo 27 risuonano le basi del trattato Dei Delitti e delle Pene di Cesare Beccaria).
Il suo discorso ha fornito un approfondimento ai temi affrontati in una materia recentemente inserita nel programma disciplinare scolastico e, a mio parere, indispensabile per istruirci sull’organizzazione del mondo politico in cui stiamo vivendo e per guarire alcuni giovani dall’indifferenza politica che, come disse Calamandrei, rappresenta il più grande oltraggio mosso nei confronti della Costituzione. Questo documento e i principi celebrati in esso sono il risultato della lotta partigiana volta al raggiungimento dell’uguaglianza e della libertà.
Oggi la libertà personale di ciascuno di noi è aumentata rispetto al passato, come ha affermato il relatore, ma non è cresciuta di pari passo la capacità di gestirla: la libertà è scelta, ma spesso siamo i primi a non voler acquisire le informazioni che sono assolutamente necessarie per decidere e per renderci soggetti della realtà di cui facciamo parte. Secondo Colombo non esiste più una capacità critica nei ragazzi, le cui idee ormai sono molto condizionate dai social e, inoltre, è una tendenza degli stati dell’UE finalizzare l’educazione all’esercizio di una professione. La formazione, invece, dovrebbe essere indirizzata alla capacità di vivere, di decidere, piuttosto che alla capacità di svolgere un lavoro.
La scuola è anche il diritto fondamentale citato nell’articolo 34, un articolo di polemica nei confronti di tutti gli ostacoli di carattere sociale ed economico che compromettono diverse opportunità a un individuo, indipendentemente dalle proprie abilità. In questo articolo si sintetizza quanto detto finora da Colombo, secondo il quale è importante capire in cosa consiste la società orizzontale delle pari opportunità, educare ai principi anche con la testimonianza, non solo con le parole. Ogni volta che il comportamento di coloro che insegnano contraddice le parole, è l’insegnamento dettato dal comportamento che passa, mentre le parole in contraddizione educano all’ipocrisia.
Sotto alcuni aspetti, invece, dal punto di vista dell’uguaglianza, sia formale che sostanziale, la Costituzione rappresenta una macchina ferma. A tal proposito Gherardo Colombo ha portato ad esempio l’articolo 10 secondo cui è un diritto dello straniero essere accolto, diritto però, evidentemente, vero solo nella teoria della giustizia costituzionale: nonostante, infatti, lo straniero venga ammesso e gli venga dato un permesso di soggiorno, assume comunque una posizione di discriminazione a causa della quale non può scegliere chi amministrerà la sua vita o il suo denaro.
Sono stati molteplici gli spunti di riflessione forniti in così breve tempo, sia a proposito della carcerazione, sia a proposito della situazione sociale e politica nel ’68 –’69, ma anche a proposito delle grandi inchieste che hanno vantato la partecipazione di Colombo, abile relatore in grado di avvicinarci sempre di più al nucleo della nostra società che, noi, nuove generazioni, abbiamo il dovere di rispettare e rendere vivo: la Costituzione.
A cura di Camilla Camusso (IV C)
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