lunedì 26 aprile 2021

Intervista a Cecilia Gianoglio, finalista alle Olimpiadi delle lingue classiche

CECILIA GIANOGLIO RACCONTA LA SUA ESPERIENZA ALLE OLIMPIADI DELLE LINGUE CLASSICHE E I SUOI PROGETTI


La studentessa del liceo Classico “Vittorio Alfieri” Cecilia Gianoglio, frequentante la classe IV C, ha superato il 29 marzo la selezione regionale delle Olimpiadi nazionali delle lingue e civiltà classiche, patrocinate dal Miur e giunte quest’anno alla IX edizione.


Le Olimpiadi sono gare individuali rivolte agli studenti del secondo biennio e dell’ultimo anno della scuola secondaria di secondo grado, statali e paritarie, al fine di promuovere, incoraggiare e sostenere le potenzialità didattiche e formative delle lingue e delle civiltà classiche.

Cecilia Gianoglio ha partecipato alla sezione di Lingua e Civiltà greca, aggiudicandosi l’accesso alle finali nazionali che si svolgeranno il 5 maggio: se le condizioni sanitarie lo permetteranno, la gara si svolgerà in presenza a Roma. In caso contrario, in modalità online. Alle finali accederanno 128 studenti di tutti i licei classici d’Italia e Cecilia farà parte della delegazione di 10 allievi rappresentanti del Piemonte, che si sono qualificati superando la prima selezione.

Cecilia, 18 anni appena compiuti, frequenta il quarto anno al liceo Classico. Al momento di scegliere la scuola superiore da frequentare si è orientata sul Liceo perché ha ritenuto fosse la scuola più completa, capace di darle quell’apertura mentale che andava cercando.

Ti aspettavi un risultato così brillante alle Olimpiadi?

“In realtà no. Aspettavamo i risultati per il 12 aprile e non vedendo arrivare nulla, pensavo che fosse andata male. Invece, dopo un paio di giorni la mia professoressa mi ha comunicato la vittoria e il passaggio alla fase nazionale. Una grande soddisfazione”.

In cosa è consistita la prova?

“Ho dovuto produrre un testo argomentativo-espositivo partendo da una traccia fornita, a scelta tra due. Quella su cui mi sono concentrata riguardava Cesare e presentava testi in latino e greco e passi della Divina Commedia. Da lì ho dovuto rispondere a delle domande e realizzare un testo mettendo a confronto le descrizioni, i poeti, gli autori, inserendo anche altri collegamenti che esulavano da quelli proposti. Mi aspettavo una traduzione, ma penso che sarà argomento della prova nazionale”.

Come nasce la tua passione per le lingue antiche?

“Sono sempre stata affascinata dal latino e dal greco che permettono di risalire all’etimologia delle parole, andando a capirne il significato anche senza conoscerlo direttamente. I primi due anni di liceo sono stati molto impegnativi poiché ci si è concentrati sulla grammatica. Dal triennio ci siamo avvicinati alla letteratura, fino ad arrivare a quest’anno quando la professoressa Poggio mi ha proposto di partecipare alle Olimpiadi. Della mia scuola, e di tutta Asti, eravamo in quattro alle fasi regionali, mentre a quella nazionale saremo in 10 tra tutto il Piemonte”.

Qual è il tuo autore preferito?

“Per quanto riguarda il latino, sicuramente Catullo è l’autore che mi ha colpita di più e che si distingue dagli altri, mentre per quanto riguarda il greco stiamo affrontando Aristofane, il primo commediografo che stiamo studiando, e mi sta appassionando: è capace di farti riflettere, strappandoti allo stesso tempo un sorriso. In generale sono una grande lettrice: ora sto leggendo “Lessico famigliare” della Ginzburg, mentre un libro che mi è rimasto impresso fin da piccola è “Il giardino segreto”.

Cosa vorresti fare da grande?

“Non ho ancora le idee chiare. Proseguirò gli studi in materie umanistiche e letterarie, ma non ho ancora un progetto preciso”.

Cosa ti aspetti dalle finali nazionali a Roma?

“Spero di fare del mio meglio e che le cose vadano bene come alla fase regionale. Di certo è già per me una grande soddisfazione e un grosso traguardo poter andare a Roma, se si svolgeranno in presenza”.

Come stai vivendo questo periodo di covid, cosa ti manca, cosa vorresti fare come prima cosa quando saremo più liberi?

“E’ stato molto difficile, soprattutto all’inizio. In famiglia abbiamo avuto alcuni casi positivi quando ancora si sapeva molto poco della malattia, ma fortunatamente è andato tutto bene. La cosa più stancante è questo continuo alternare tra presenza a scuola e didattica a distanza, il fatto di non poter vedere i miei amici, incontrarsi in gruppo come eravamo abituati a fare. La prima cosa che vorrei fare? Una festa per i miei 18 anni!”.

A cura di Laura Avidano per la Gazzetta d'Asti


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