INTERVISTA A MARINA MARAZZA
Quest’anno
la Biblioteca Astense e la Direzione del Premio “Asti d’appello” ha deciso di
variare la formula di interazione con gli studenti che rappresentano la giuria
giovane del Premio proponendo ad ogni scuola coinvolta di ‘adottare’ uno
scrittore per intervistarlo. La prof.ssa Cinzia Zenzon, referente del progetto
per il Liceo Classico, si è ‘accaparrata’ per i suoi quattordici ragazzi
provenienti dalla 5B e dalla 2A Marina Marazza, autrice di un romanzo che fin
da subito ha riscontrato grande successo fra i ragazzi (e l’insegnante!). Gli
studenti hanno proposto molte domande, mai banali ma curiose e specifiche sia
sui motivi personali che hanno portato l’autrice alla scrittura di romanzi
storici sia sulle modalità con cui ha reperito i dati per la sua opera sia
sulle scelte relative all’intreccio.
Con un entusiasmo
che ha subito catturato i ragazzi, Marina Marazza ha raccontato la sua
esperienza biografica rispondendo alle domande di Rebecca Nicolae della 2A: fin
da bambina ha sempre letto molto e ha deciso di riscrivere storie che non le piacevano
in alcuni punti, specialmente per come venivano rappresentate le figure
femminili, così il suo primo romanzo è stato L’orchidea della giustizia,
la storia di una Zorro in gonnella. L’autrice ha continuato ammettendo di non
aver sempre solo fatto la scrittrice, ma di aver lavorato per alcuni anni come
direttore creativo della Walt Disney Company, pur continuando a scrivere almeno
un romanzo ogni due anni, prediligendo le storie con protagoniste le donne, da
Gertrude alla moglie di Dante a Caterina da Broni.
Un'altra curiosità
dei ragazzi è stata sapere a quali fonti ha attinto: a Carlotta Rocatti di 5B
Marina Marazza ha spiegato come la fortunosa preservazione degli atti del
processo a Caterina di cui una copia era stata trascritta da un notaio al conte
Melzi, suo accusatore, l’ha incuriosita sia per la figura di Caterina sia per
il contesto. L’autrice rivela che la sua scrittura parte sempre da documenti
storici a cui rimane molto fedele (anche talora deludendo il lettore quando non
fa fuggire la protagonista con l’amore della sua vita…) aggiungendo personaggi ‘da
fiction’ (come gli uomini che Caterina incontra nella locanda in cui è
costretta a prostituirsi) per coinvolgere maggiormente il lettore. Altre fonti
del romanzo sono state le poesie di Fabio da Varese e i dipinti di Fede di
Galizia, oltre a documenti sulla peste del Monferrato.
Francesca
Fabris di 5B ha chiesto infine se ha intenzione di scrivere il seguito della
vicenda di Salem, il boia che si trova senza saperlo a giustiziare sua madre.
Marina Marazza ammette di aver voluto raccontare, con Salem, la storia di una
figura, quella del boia, poco indagata nei romanzi ambientati durante il ‘600 e
anche poco documentata, perché si tratta di un personaggio che nell’epoca della
Controriforma assunse grande importanza e prestigio sociale; per di più in
questo caso la sua vicenda, dopo l’esecuzione della sentenza di morte ai danni
di Caterina, risulta aperta e quindi foriera di molti spunti romanzeschi.
L’incontro,
la cui durata tutti avremmo voluto potesse prolungarsi, si è concluso con i
complimenti rivolti da Marina Marazza ai ragazzi e alla docente per la qualità
delle domande e le riflessioni frutto di una lettura meditata del suo romanzo e
della capacità di confrontarlo con IL romanzo per eccellenza che le due classi
stanno, sotto diversi punti di vista e con differente livello di
approfondimento, studiando quest’anno: i Promessi sposi di Alessandro
Manzoni, nella quale opera è proprio citata la vicenda di Caterina.
A cura di Cinzia Zenzon
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