lunedì 27 gennaio 2025

Giornata della memoria al Classico

Giornata della Memoria al classico: incontro con Giovanni Cerutti, che ha presentato il suo” L’allenatore ad Auschwitz”, volumetto sulla figura di Arpad Weisz, allenatore ungherese, morto a causa della deportazione in lager. Lunedì 20 c.m. nell’ambito delle conferenze del lunedì nella biblioteca del classico cittadino, studenti, docenti, Astigiani desiderosi di conoscere il testo hanno potuto ascoltare la godibilissima disamina del prof. Cerutti, che non solo ha parlato di ebrei, di deportazione, ma anche di calcio, di quel calcio sublime fatto di strategia proposto dall’allenatore Weisz negli anni ’30 del Novecento. Il gioco del calcio come vetrina del regime, anche con personaggi come l’allenatore citato nel libro, che fanno il loro dovere nel migliore dei modi, che vivono di sport, ma che sono ebrei e quindi, dopo le Leggi razziali del 1938, allontanati e perseguitati. Una storia viva, intensa, la vita di Arpad Weisz, interrotta dalla mano crudele della Storia. Buona partecipazione di pubblico. Si ringrazia il professore per le emozioni suscitate, per gli stimoli offerti, per il ricordo di un grande personaggio del calcio, purtroppo dimenticato.

a cura della prof.ssa Mariarosa Poggio

mercoledì 22 gennaio 2025

Le classi prime del Liceo Classico al Museo Egizio di Torino

Museo Egizio per le classi Prime del Liceo classico: non solo greco, latino, matematica, ma anche geroglifici egiziani per le classi Prime… Poter decifrare alcune piccole strisce di ieratico egiziano, ammirare le favolose maschere funerarie, i sarcofagi, le mummie, comprendere ciò che scrisse Erodoto dell’antico Egitto, visto con gli occhi di un Greco. Un pomeriggio all’interno di uno splendido museo, per arricchire occhi e mente.

a cura della prof.ssa Mariarosa Poggio

giovedì 9 gennaio 2025

Il ragazzo dai pantaloni rosa “incontra” il Liceo classico “V. Alfieri” di Asti

 

Al Cinema Lumière la proiezione del film anima il dialogo tra docenti e studenti


Per il Liceo Classico “V. Alfieri” di Asti la ripresa delle lezioni dopo le vacanze natalizie, come nel 2024, è stata all’insegna del cinema e dell’inclusione: allora fu scelto Io capitano (Italia, 2023), sulle drammatiche condizioni dei migranti dall’Africa, mentre l’8 gennaio scorso, presso il Cinema Lumière, è stato proiettato Il ragazzo dai pantaloni rosa (Italia, 2024), ispirato alla vicenda del quindicenne Andrea Spezzacatena, che nel 2012 si tolse  la vita per gli insostenibili atti di bullismo e cyberbullismo omofobo cui fu sottoposto, a scuola, da parte di alcuni suoi compagni. Ad assistere alla proiezione docenti, allievi e allieve di tutte le classi del Liceo.

A un’ora e cinquanta minuti di fotogrammi struggenti, in cui la voce fuoricampo del protagonista, post mortem, racconta la propria tragica esperienza di fragile adolescente bullizzato, sì anche fisicamente, ma soprattutto psicologicamente, a causa degli hate speech postati da codardi e crudeli “leoni da tastiera” sul suo profilo Facebook, è seguito un dibattito di quasi due ore, nel corso del quale studenti e studentesse si sono confrontati sulle più importanti tematiche che il film solleva: bullismo, cyberbullismo, le criticità dell’adolescenza, il rapporto con la famiglia, i coetanei, la scuola e la società in genere.



Nelle loro riflessioni, spesso vere e proprie confessioni di esperienze personali, il monito perché la scuola, come istituzione, non sia semplicemente un luogo, pur legittimo, di sapere, ma diventi anche uno spazio di crescita, individuale e collettiva, in cui il rispetto, il dialogo, il confronto e l’empatia siano gli ingredienti con cui contribuire al benessere e alla costruzione di una società più inclusiva e meno indifferente.

In particolare, tra tanti, due sono stati gli inviti più insistenti. Il primo è che la scuola formi all’esame di coscienza individuale, in modo da evitare che l’etichetta di bullo sia sempre applicata agli altri, quando invece ognuno di noi, anche involontariamente, con una semplice parola può aprire ferite insanabili nell’altro. Il secondo che chi è vittima di bullismo non si chiuda in se stesso o in se stessa, ma trovi la forza per rompere la barriera del silenzio, aprendosi ai compagni e alle compagne di classe, al corpo docente, ad amici e amiche e alla famiglia, nella consapevolezza che sia sempre indispensabile un sostegno da parte degli altri, anche di tipo psicologico, che è doveroso, per le istituzioni scolastiche, garantire.



In una sala cinematografica trasformata in una sorta di circle time anche i docenti e le docenti hanno preso la parola, in particolare sottolineando il compito formativo che la scuola deve avere e invitando studenti e studentesse a non cadere nel tranello, tipicamente adolescenziale, di vedere nelle famiglie il “nemico”: non c’è difficoltà, neppure la più insormontabile, che non possa essere condivisa in modo da non finire in una spirale di solitudine che spesso può portare anche a gesti estremi.

Se manzonianamente si volesse trarre il “sugo della storia” da questa iniziativa, la scuola, da un lato, in collaborazione con le famiglie e le altre istituzioni, non può esimersi dalla propria responsabilità formativa, unico strumento per una vera rivoluzione copernicana nella lotta al bullismo e al cyberbullismo, e le nuove generazioni, dall’altro, devono essere ascoltate e coinvolte nei processi formativi per un’educazione realmente integrale.

Un grazie, quindi, ai nostri studenti e alle nostre studentesse per la lezione che con le loro testimonianze ci hanno impartito, proprio come Teresa Manes, la mamma di Andrea, che dal 2012 si è data la missione di trasformare la sua tragedia in tanti semi di speranza per gli adolescenti.

a cura del prof. Carlo Bavastro