26 marzo 2021: le classi del Liceo
Classico V. Alfieri partecipano alla conferenza in remoto con Laura Calosso
La letteratura è in grado di evidenziare i dettagli all’interno della vita. La letteratura pone una lente di ingrandimento su di essi: Laura Calosso nei suoi romanzi comincia da un insignificante dettaglio per poi parlare di una realtà immensa. “…le cose a cui noi non diamo peso sono quelle che possono poi essere determinanti nella vita quotidiana…”, così ha esordito la scrittrice.
Il 26 marzo abbiamo avuto l’onore di assistere alla
conferenza in remoto con Laura Calosso, scrittrice e giornalista astigiana.
“Ho scelto di scrivere romanzi basati su temi importanti dei quali, purtroppo, nessuno
si occupa, perché ritengo giusto trattarne. Per esempio ne La stoffa delle
donne viene affrontata la tematica delle sostanze coloranti nocive presenti
nei vestiti”.
Anche nel suo ultimo romanzo Ma la sabbia non ritorna, uscito pochi mesi
fa, Laura Calosso mette in luce il traffico illegale di sabbia e l’erosione
accelerata causata dai comportamenti scellerati dell’uomo. La scrittrice ha
affermato che, prima di iniziare con la vera e propria stesura delle sue
straordinarie storie, trascorre diverso tempo a documentarsi su fenomeni ed
eventi, studia i vari elementi per poi immergersi nella scrittura. I personaggi
dei suoi romanzi sono prevalentemente femminili, perché? “Perché io credo che
le donne siano quelle più vicine alla crisi di nervi …ora, nel momento della
catastrofe come questo che stiamo vivendo”.
Sorge spontanea una domanda: com’è il lavoro di una scrittrice? “Spesso sembra
che noi scrittori non stiamo facendo nulla, quando invece stiamo pensando e
riordinando le idee nella nostra testa. Una volta una delle mie figlie mi ha
chiesto perché non mi alzassi di notte per preparare le torte come tutte le
altre mamme. Lì ho capito che avrebbero soltanto avuto bisogno di un po’ di
tempo per capire che anche ciò che faccio è un lavoro a tutti gli effetti”, ha affermato
la scrittrice.
Se volessimo diventare scrittori o tuffarci nel mondo della scrittura, quali
consigli potrebbe darci? “Ritengo che coltivare la scrittura sia
fondamentale per se stessi perché è quasi una forma di terapia: quando tu
scrivi un racconto, non puoi scrivere la prima cosa che ti viene in mente: c’è
bisogno di riordinare i pensieri. La letteratura è sempre una rielaborazione di
qualcosa scritto da altri”.
Pertanto quest’arte è capace di guidare i nostri sogni
e di scoprire che i desideri sono universali: non siamo soli, non siamo isolati
da nessuno.
A cura di Vittoria
Pero, II A
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